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L'AMICO RITROVATO
(REUNION)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 26 ottobre 1989
 
di Jerry Schatzberg, con Jason Robards, Christian Anholt, Sam West, Françoise Fabian (Gran Bretagna - Francia, 1989)
 
Jerry Schatzberg (PANICO A NEEDLE PARK, LO SPAVENTAPASSERI), Harold Pinter (IL SERVO, ACCIDENT, LA FIDANZATA DEL LUOGOTENENTE FRANCESE), Alexander Trauner (lo scenografo di QUAI DES BRUMES, LES ENFANTS DU PARADIS, MR. KLEIN, ROUND ABOUT MIDNIGHT...) nell'adattamento di uno dei romanzi più affascinanti degli ultimi anni, L'AMICO RITROVATO, di Fred Uhlman: come non ritrovare il soffio dei momenti migliori?

In REUNION, il primo intervento, determinante è quello di Pinter: al contrario del romanzo, il film non inizia a Stoccarda nel 1932 con l'incontro in classe dei due futuri amici, il sedicenne ebreo Henry Strauss e l'aristocratico tedesco Konrad von Lohenburg. Ma a New York, dove Henry Strauss si è rifugiato fino ai giorni nostri. A Central Park, in una giornata piena di sole, su un prato pieno di verde: la nipotina, un cane che sembra avventarsi su di lei mentre il nonno si è assopito, la corda di un impiccato in un documento fattosi improvvisamente in bianco e nero, la corda di un'altalena sulla quale si dondola felice una bambina ebrea nella Germania prenazista... Pinter ha scavato nel tempo, L'AMICO RITROVATO è già diventato un film sulla memoria, una composizione sul ricordo. Che è fatto, specie quello giovanile, di piccole cose, proprio quelle che Schatzberg ha filmato: i discreti avvenimenti dell'adolescenza, gli oggetti umili che segnano il passaggio dall'infanzia all'età adulta. Ma che sono quelli che restano nella nostra memoria: il cammino da casa a scuola, l'entrata del professore in classe, i muri, i selciati, la luce fra gli alberi, i cancelli, le facciate delle case, gli oggetti casalinghi.

La sua storia è quella con la esse minuscola. Per Strauss, il dramma non è tanto l'avvento di Hitler, ma la separazione dall'amico: e lo spettatore, condotto per mano in questo viaggio dell'intimo non può che seguirlo.

Cinema del ritegno, della sottrazione espressiva. Quando Strauss torna in Germania, mezzo secolo dopo, affronta il mostro della memoria: ed il regista si limita a filmare in una sequenza esemplare l'interminabile discesa dell'ascensore, i muri, infiniti, i cunicoli, premonitori di altre celle, dei depositi sotterranei nei quali sono ancora conservati i mobili dei genitori suicidi.


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